Una procedura comune eseguita presso le Divisioni di Chirurgia orale e maxillofacciale con cui collaboro è la chirurgia ortognatica/correttiva della mascella per le seconde classi con overbite eccessivi (denti superiori molto sporgenti e mento retruso o sfuggente) e per i morsi incrociati ovvero terze classi (mandibola più lunga con i denti superiori che chiudono all’interno degli inferiori).
La chirurgia ortognatica è una procedura che prevede lo spostamento della mascella superiore (mascella) e della mascella inferiore (mandibola) in una posizione anatomicamente corretta, che consente una buona occlusione (morso), l’apertura delle vie aeree e la simmetria facciale. I pazienti che richiedono un intervento di chirurgia ortognatica sono quelli che presentano un morso alterato nel senso sagittale (malocclusione), asimmetria facciale (nel senso frontale) o che presentano apnea notturna da moderata a grave.
È importante correggere queste condizioni, poiché potrebbero essere la causa principale di masticazione impropria, disfunzioni facciali, problemi di linguaggio, dolori articolari e disturbi del sonno.
Malocclusione e asimmetria facciale
Una piccola malocclusione può essere corretta con una semplice ortodonzia. Alcuni pazienti presentano una deformità scheletrica della/e mascella/e che provoca una malocclusione, che richiede una combinazione di ortodonzia e chirurgia per correggerla. L’intervento viene eseguito su adulti e adolescenti purché la crescita sia stata completata, quindi dopo i 21 anni.
Processo diagnostico per la chirurgia ortognatica
La tipica sequenza di trattamento per il paziente inizia con una valutazione da parte dell’odontoiatra che intercetta il caso e bonifica la cavità orale da eventuali carie e tartaro insegnando al paziente come mantenere una corretta igiene orale; in seguito il paziente viene visitato dall’ortodontista e dal chirurgo orale e maxillo-facciale. La valutazione comprende radiografie (OPT e latero-laterale) per valutare la discrepanza ossea, modelli della dentatura, fotografie, misurazioni facciali e un’analisi completa dei dati per elaborare un elenco dei problemi e una proposta di piano di trattamento.
Oggi tale valutazione è assistita da computer per la pianificazione del trattamento. Una volta arrivati alla diagnosi e al piano chirurgico, le informazioni vengono utilizzate per comunicare con l’ortodontista, spiegare il piano al paziente e valutare se l’intervento è possibile in regime di ASST. Si fa una Pianificazione chirurgica virtuale e guide chirurgiche.
Il processo di pianificazione chirurgica virtuale (VSP) inizia con la terapia ortodontica preoperatoria. Lo scopo del trattamento ortodontico è livellare e allineare i denti sopra le arcate ossee mascellari e mandibolari. Questa fase può durare dai 12 ai 18 mesi. Quando il paziente è pronto per l’intervento chirurgico, viene eseguito un workup completo con l’uso della scansione TC Cone Beam 3D e della fotomorfometria 3D, consentendo la pianificazione chirurgica virtuale (VSP) della procedura. VSP è uno strumento estremamente accurato che consente al chirurgo di eseguire o “provare” l’intervento in un ambiente virtuale prima di eseguire la procedura vera e propria in sala operatoria. Aiuta inoltre a prevedere l’esito della procedura ed è un potente strumento utilizzato per la progettazione e la realizzazione di dime chirurgiche utilizzando stampanti 3D per garantire il trasferimento accurato del VSP in sala operatoria.
La procedura ortognatica viene eseguita in anestesia generale in sala operatoria con l’apparecchio ortodontico in posizione. I dispositivi di fissazione interna (piccole viti e placche in titanio) vengono utilizzati per collegare i segmenti riposizionati alle mascelle. I pazienti normalmente rimangono in ospedale per circa 1 o 2 giorni. Dopo la procedura è comune utilizzare elastici di allename
nto dagli apparecchi ortodontici della mascella superiore a quelli della mascella inferiore per aiutare a riqualificare i pazienti a chiudersi nei loro nuovi morsi. La dieta del paziente è limitata a una dieta liquida o non masticabile per quattro settimane per consentire la guarigione indisturbata delle osteotomie.
I pazienti ritornano dall’ortodontista 6-8 settimane dopo l’intervento chirurgico per iniziare la fase ortodontica postoperatoria per “mettere a punto” e perfezionare l’occlusione finale. Questa fase può durare dai 3 ai 6 mesi e aiuta a garantire la stabilità a lungo termine della dentatura e dell’osso riposizionato. Il chirurgo orale e maxillo-facciale continuerà a seguire i pazienti nel tempo per monitorare l’esito e identificare e gestire eventuali recidive del trattamento.
Chirurgia ortognatica per l’apnea notturna
Oltre a trattare overbites, underbites e crossbites, la chirurgia ortognatica viene eseguita anche per correggere l’apnea notturna da moderata a grave. La procedura è nota come avanzamento mascellare e mandibolare, che è il processo di spostamento in avanti della mascella superiore e inferiore per aumentare lo spazio delle vie aeree. Questo aumento di volume delle vie aeree faringee orali ridurrà spesso la quantità di episodi di russamento e apnea sperimentati durante la notte, eliminando quindi la necessità di un dispositivo CPAP.
A volte è necessaria una chirurgia bimascellare per correggere entrambe le mascelle sia in senso sagittale che frontale.